Il sogno dondolava su di un cavallo di legno,
ed era quello di costruire un nuovo mondo:
oscillava spesso tra entusiasmo e sdegno,
tra un’ardita speranza ed un buio profondo.
Lo sguardo era stato a volte di sgomento,
ma percorreva oltre i confini la sua terra:
terra invasa dalla carne e dal cemento ,
agognante pace, ma preda della guerra.
Sono precipitati i razzi dal cielo stellato:
un rombo tremendo ha invaso l’intorno,
poi fu lo scoppio e il palazzo fu sventrato:
il fuoco dominava e vi era luce a giorno.
Detriti e polveri hanno coperto il sangue,
tra vivi bagliori hanno forgiato fantasmi
e sono divenuti avelli per ogni corpo esangue
mentre l’ aria fu invasa di pianto, grida e miasmi.
Era recluso nella città, fra i suoi abitanti,
ma la amava e vi conobbe la morte.
Aveva un gran coraggio, come di certo tanti,
ma non ebbe pietà di lui la sorte.
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