domenica 29 novembre 2015

Nuove poesie

Ieri ed oggi

"Accadrá  ancora  domani
di stupirsi per i colori
con cui  - sapienti -  le sue mani
pingono mollemente fiori
sulla tela delle mie notti?

Accadrá ancora la sera
di voler chiudere gli occhi
in cui - sempre - la sua figura
si riflette come in specchi
donando sorrisi alle ore?"

Così tra sé e sé parlava
un giovane virgulto d'uomo
e una ragione cercava
al rombo intenso del tuono
che irrompeva nel suo cuore.

E oggi? Oggi é sereno.
Accanto a sé i dipinti
sono nella luce del giorno,
ingioiellano gli istanti
ed or é musica quel tuono!

mercoledì 18 novembre 2015

nuovo libro!

Poesie per un tempo nuovo

A breve sarà disponibile il mio nuovo libro : "Shamain. Poesie per un tempo nuovo".

Ho voluto raccogliere in esso le poesie che ho scritto tra gli ultimi mesi del 2014 e l'estate 2015 . Poco più di dodici mesi di lavorio poetico.

Ho pensato che un anno, in astratto,  è considerato  un periodo lungo per l’attesa che evoca e l'attività che ha racchiuso, ma  pare poi una  punta di spillo  il tempo è trascorso. Di lui restano immagini, emozioni, impronte sugli oggetti. Tutte realtà che assumono senso e significato a seconda di come ci si volge a guardarle, sentirle, ascoltarle od a respingerle con disgusto.

A volte tra noi e gli oggetti dei ricordi erigiamo dei filtri che ne esaltano o ne attenuano aspetti, che ne azzerano i colori in sfumature di grigio, o che li forzano fino all’evanescenza.

Eppure, ogni nuovo giorno è un inizio, che scaturisce da una notte in cui gli oggetti dei ricordi iniziano ad essere trasformati nella nostra interiorità dalle nostre aspirazioni, dalle nostre paure.

Shamain, o Samhain che dir si voglia, è il capodanno Celtico. Esso non procede dal dì, ma dalla notte. I Celti non scandivano infatti il tempo contando le aurore, ma guardavano alle notti.

Shamain, che cade il 31 Ottobre, è anche l’inizio del buio della natura: con esso si avvia il tempo freddo, il periodo dell’anno in cui la natura apparentemente si riposa, mentre in realtà lavora in segreto. Lavora in segreto, proprio come talora emozioni.

A volte, queste ultime inducono in una sorte di notte dell’intelligenza, tenebre in cui si preparano le nuove attese, si forgiano i preludi per nuove disponibilità e per turbini affettivi che riempiranno di vivacità il vissuto del giorno a venire.

Ho voluto immaginare una missione per i miei versi e consegnarla a questa pubblicazione: essere per tutti noi un piccolo Shamain. Se la missione riuscirà, forse avrò fatto qualcosa di buono, per tutti noi.

sabato 14 novembre 2015

OMBRE E LUCE DI LUNA: SHAMAIN...... il libro...

OMBRE E LUCE DI LUNA: SHAMAIN...... il libro...: SHAMAIN Poesie per un tempo nuovo A breve sarà disponibile il mio nuovo libro : "Shamain. Poesie per un tempo nuovo". Ho voluto...

venerdì 13 novembre 2015

SHAMAIN...... il libro...

SHAMAIN
Poesie per un tempo nuovo

A breve sarà disponibile il mio nuovo libro : "Shamain. Poesie per un tempo nuovo".

Ho voluto raccogliere in esso le poesie che ho scritto tra gli ultimi mesi del e l'estate 2015 . Poco più di dodici mesi di lavorio poetico.

Ho pensato che un anno, in astratto,  è considerato  un periodo lungo per l’attesa che evoca e l'attività che ha racchiuso, ma  pare poi una  punta di spillo  il tempo è trascorso. Di lui restano immagini, emozioni, impronte sugli oggetti. Tutte realtà che assumono senso e significato a seconda di come ci si volge a guardarle, sentirle, ascoltarle od a respingerle con disgusto.

A volte tra noi e gli oggetti dei ricordi erigiamo dei filtri che ne esaltano o ne attenuano aspetti, che ne azzerano i colori in sfumature di grigio, o che li forzano fino all’evanescenza.

Eppure, ogni nuovo giorno è un inizio, che scaturisce da una notte in cui gli oggetti dei ricordi iniziano ad essere trasformati nella nostra interiorità dalle nostre aspirazioni, dalle nostre paure.

Shamain, o Samhain che dir si voglia, è il capodanno Celtico. Esso non procede dal dì, ma dalla notte. I Celti non scandivano infatti il tempo contando le aurore, ma guardavano alle notti.

Shamain, che cade il 31 Ottobre, è anche l’inizio del buio della natura: con esso si avvia il tempo freddo, il periodo dell’anno in cui la natura apparentemente si riposa, mentre in realtà lavora in segreto. Lavora in segreto, proprio come talora emozioni.

A volte, queste ultime inducono in una sorte di notte dell’intelligenza, tenebre in cui si preparano le nuove attese, si forgiano i preludi per nuove disponibilità e per turbini affettivi che riempiranno di vivacità il vissuto del giorno a venire.

Ho voluto immaginare una missione per i miei versi e consegnarla a questa pubblicazione: essere per tutti noi un piccolo Shamain. Se la missione riuscirà, forse avrò fatto qualcosa di buono, per tutti noi.

mercoledì 4 novembre 2015

Come a shamain

Come a shamain.

Tu sei il  frutto di migliaia

e lo sanno gli antenati.

Scrutando il  campo dall’aia

scorgi lontani orizzonti,

oltre le terra  recintata

in cui i semi riposano.

In autunno la nebbia fitta

bagnava il tuo melograno.

Si, sei  il frutto di migliaia

e l’attesa del tuo futuro

va oltre la piccola aia,

si protende oltre il muro

delle giovanili baldanze,

come fu per i nostri avi:

travolge le  segrete stanze

del cuore,  lì dove celavi

il tuo più intimo sognare.

Fiorirà il tuo melograno.

Ora, lascialo riposare.

Fiorirà il tuo melograno:

il frutto sarà più del fiore,

come è accaduto a te,

che sei il frutto di migliaia.

ALCUNE NOTE:

SHAMAIN:   è il Capodanno celtico, un mese e poco più dopo la  fine dell'estate, l’inizio della stagione oscura e fredda, dove la Grande Madre risposa sotto la neve. I Celti, devoti al culto lunare della Dea Madre, contavano il tempo in “notti” e non in “giorni”: il giorno inizia sempre con la notte e non con l’alba e in questo caso si celebra la notte in cui la Natura si riposa o anche “muore”.  Questa notte segna l’inizio di un nuovo ciclo. Un ciclo nuovo, al pari di quello  che -  spesso  - in noi inizia con i sogni che si fanno speranza.

MELOGRANO: il suo frutto tradizionalmente era simbolo ed auspicio di prosperità, fecondità e ricchezza. In alcuni filoni ebraici interpretanti  la Genesi è l’albero del bene e del male, a cui si accostò Eva.

AIA: oggi alle aie propriamente dette  si sono spesso sostituiti i cortili esterni. Esse erano  un ambito importante per la vita quotidiana rurale, al di là del quale talora stavano i campi, regno della fatica contadina, in cui si poneva la speranza per  il raccolto. L’aia  è assunta nei versi  come figura allegorica del  quotidiano, da cui si guarda al domani.

TERRA RECINTATA: nel segreto recintato dell'intimitá, come semi sotto le zolle stanno i sogni di futuro.

AUTUNNO, NEBBIA: il tempo a volte raffredda le  speranze di prosperità,  fa cioè come l'autunno che con la sua nebbia inumidisce la natura smorzando il calore lasciatole dall'estate.

SEMI, FRUTTO: come il bocciuolo dispare nella fioritura - che è molto di più di quella - così dal seme  germoglia la pianta e dal fiore nasce il frutto, che è ancora più di tutti  questi. Ognuno di noi  è frutto dei  propri  antenati, di migliaia di essi. In quanto frutto reca in  sé l’eredità del passato, dei saperi, delle ricchezze , delle miserie e di quanto altro ha permesso  alla natura ed alla storia di arrivare sino a lui. Al tempo stesso, in quanto frutto, ciascuno  di noi è anche più di tutto ciò: è il proprio passato, ma  con il suo sviluppo e con nuove attese: é una persona.