domenica 27 agosto 2017

Sera di Langa

Sera di Langa

Ultimi voli nell'aere immoto;
raggi tiepidi lambiscono i prati
mentre vanno smorzandosi i colori.
Il pietrame asciutto del rivo tace,
tacciono i fiori provati dal sole
tacciono le rondini e gli alberi,
ma hanno urlato l'arsura le fronde:
ora, prone, attendono le rugiade.
Cessata la fatica nell'esistere
nella sera ogni creatura è lode:
si prepara al suo domani, riposa,
adorna il trono su cui sta il cielo.

Lasciaci spigolare

Lasciaci spigolare

Padrone del creato,
permettici di stare
sul ciglio del tramonto
di questa stanca terra
e di pregare per lei.
Si sciolgono i ghiacci
ed incalza il fuoco,
straripano i fiumi,
franano i pendii
e denaro e guerra
nutrono le anime.
Padrone della messe
lasciaci spigolare
nei campi che possiedi
e così di nutrirci.
Le nostre nude mani
cercheranno ancora
di salvare i boschi,
i rivi e le piane,
le colline e le vigne,
i campi e le mandrie,
le serpi, gli uccelli,
financo i colori
del cielo, delle nubi
e  d'ogni tua natura.
Le bocche, le nostre  voci
potranno invocare
la pace ed il bene.
Dal ciglio del tramonto
di questa stanca terra,
ancora Ti vogliamo
ringraziare, lodare
per tutti questi doni
che abbiamo sprezzato.
Lasciaci spigolare
nei campi che possiedi
e attingere acqua
dalle tue sorgenti
ed ancora potremo
lodare il tuo nome.
Fa sì che al tramonto
succeda nuova l'alba,
che il mondo resista,
che non scenda su di lui
un perenne silenzio.
Padrone della messe,
lasciaci spigolare!

Musica di campagna

Musica di campagna

Dall'orto,  il respiro delle bietole,
il cantare del prezzemolo in festa,
il ridere allegro dei peperoni,
il chiacchiericcio dei fiori di zucca.
L' albicocco che matura i suoi frutti
e il cielo azzurro e poi la brezza;
paesello che ti risvegli d'estate,
quasi dimentico delle fredde nevi
in cui hai riposato qualche mese fa,
ora godi forse una tua gloria
e leggo nel tuo gioire un disegno,
una sapienza ed un amore grande,
che stan ben oltre quelli degli umani.

Festa di paese

Festa di paese

Risuonano le  armoniche
di tante campane in festa;
resta in silenzio il sole
nascosto dietro le nuvole
e dona tepore al cielo.
Eccole le voci allegre
dei bimbi nell'antica piazza
ed il confuso parlottare
delle loro madri e padri!
Quante volte già questi muri
hanno visto ed ascoltato
la frotta che va al mercato
od alla chiesa del paese!
Seppur il sole non appare,
seppur non vi sia il sereno,
negli occhi di tutti brilla
una luce calda e buona:
è gioia oggi, ma nei cuori!
Da parte  ansie e dolori,
da parte pensieri e cure,
scivoleranno via le ore
come i rintocchi allegri
che ricordano il Patrono.
Muti, i muri ascoltano,
stupiti, come l'animo mio,
per quanto poco ci occorra
per sentirci lieti, felici.

Arsura

Arsura

Le luci delle case lontane
irrorano la notte serena
come lacrime in occhi scuri
ed il loro brillare tremulo
si fa eco del cantare stanco
che sale dai campi assetati.
I latrati narrano chi passa
lungo i tratturi polverosi,
una voce sommessa intona
una nenia antica di balia,
secca ed arsa, come le zolle.
Terra di contadini anziani,
di pastori stanziali e vino,
di alpini sepolti nelle nevi
e di figli che li ricordano;
terra buona e di noccioleti,
di rubinose vigne ed orti,
terra di gioie e  pur di pianti
donata ad uomini di cuore
e forti come sanno essere
coloro che vivono di poco:
si, Tu terra di Langa, or taci!
Riposa e sogna un domani
di frescura e di temporali.
Che Dio te li conceda ancora,
perché è grande il tuo bisogno.

Ogni cosa che é

Ogni cosa che è.

Or, scomparse le ombre,
risuonano le fronde
ed è alta la luna
e il  vento modella
carezzevoli onde
di erbe e di steli.
Vorrei il mio cuore
di cotanta bellezza
capace e musico,
ma invece sta muto,
rapito, seppur grato
che tutto ciò esista,
e che, solo essendo,
sia un canto di lode.

domenica 26 febbraio 2017

Versi gnomici

Versi gnomici

Nell'arida sabbia
-quella dei deserti-
si cela la vita,
come nella città
i volti distratti
celano un cuore.
Nessuno sta solo:
basta un sorriso
e quel cuor si muove.

venerdì 10 febbraio 2017

A Cristo, nella sera

A Cristo, nella sera

Figura, di cui m' incanto:
mi imbatto in Te, accanto
alle rovine, al pianto,
alle gioie, al rimpianto
del tempo che é sfuggito.
Sguardo che mi coglie ora
mentre sto tra le mie mura
impastate nell'arsura
della vita d'oggi, dura,
eppur invasa ognora
dalla  tua Santa presenza.
Hai donato la pazienza,
la costanza, la prudenza,
e l'attesa nell'assenza
d'ogni umana speranza.
Resta e riposa quivi,
tra i fiori e gli olivi
del podere che ti offro:
è il mio cuore, con cui soffro
gioisco, amo e spero
e che ti porgo, sincero,
in questa notte d'inverno.
A Te fedele ritorno
ogni sera, ogni giorno.
Resta con me e riposa:
sará terra rigogliosa
pur quest' incipiente notte.

domenica 29 gennaio 2017

Meditazione d'Avvento

Meditazione d'Avvento

Colei che ama, di più che di se stessa,
vive le gioie e vive  i dolori
ed i desideri di colui che cura:
lo sanno bene le madri e i padri,
lo sanno bene le spose e gli sposi,
gli innamorati, gli amici veri
e quanti volgono ad altri il cuore.
A Maria con angelico annuncio
discese la felicità nell'animo:
nell'attesa, turbata perché umile,
ripose sogni ed ancora amore,
pur sapendo difficile il futuro.
A Maria già  alla gioia d' Avvento
fu compagno il dolore per il Figlio,
della cui vita conosceva lo scopo,
missione di giustizia e di amore,
di contraddizione e di sacrificio
come scriveva un antico profeta.
Lei, dolce,  Lo attese come suo figlio
e come  genito in Lei dall'Amato:
due volte amava e due soffriva
e martire fu così tutta la vita.
Amando accettò d'offrirsi, umile,
e di offrire il Figlio, per noi, amando.
In una, due volte Lei madre divenne:
di Lui e  pur di noi, sue misere membra.
A tanto amore, cosa poter dire?
Se non amore, che porgere  in dono?

Il sasso

Il sasso

Nella mia sera
vorrei la Luce,
non un tramonto
freddo, languente.
Nella mia notte
essere Luna,
specchio del Sole;
nel dì la tenda
per ospitarTi.
Spesso, invece,
sono la sabbia
che il Tuo Sole
arroventerá,
sono polvere
che con il  vento
fugge lontano,
sono il sasso
che non si muove,
se non sospinto
dalla Tua mano.

Auguri

Auguri

Scende la notte sull'anno,
risuona come la viola
che invade il mio cuore.
Note lunghe e languide
accompagnano i canti
dei rami nel vento freddo,
del fiume dei nostri sogni.
Note lunghe e languide
che penetrano l'anima
e il passato svanisce
nell'attesa del domani:
sonorità melodiose,
tenui come se fossero
voci di cori sommessi
che annunciano il nuovo,
con speranza e rispetto.
Note lunghe e languide,
echi di alti pensieri
che si fanno preghiera:
che sia un anno buono,
umile ma buono, dolce,
sincero ed anche santo.

Sperare

Sperare

Una lacrima sul viso
di un bambino ci narra
di desideri delusi,
di  paure, di ferite.
Su ogni volto maturo
di uomini e di donne
una lacrima che luce
scivolando sulla gota
rende noto il dolore.
Sono orme di provati
cuori che cercano pace,
o forse tracce di pensieri,
echi di attese vane.
Sono solo tracce, orme
che la speranza cancella
come la neve novella
fa sui battuti sentieri
con le impronte dei passi
e questo vorrei, per tutti.