domenica 31 luglio 2016

Elogio della mistica

Elogio della mistica.

Le strade  da noi costruite
riconducono a se stesse,
giacché percorrono la Terra,
finita nella rotondita'.

Corsi e ricorsi di passi,
di risa, di ansie, di grida,
di tregue, di lunghe guerre,
di sorrisi e di schiamazzi,
che, stancanti, si ripetono,
senza l'aver mai una fine.

Non ha senso un percorrere
in cui si comincia da capo
quando si giunge alla meta.
Perde sostanza il vivere,
lo scrivere ed il sognare,
l'umano ardire, il fare:

solo volando si rifugge
quella rotonda finitezza
in cui la Terra tutti schiaccia.
Per questo esiste il cuore,
che da sempre si fa onore,
portandoci oltre il noto
che dalla ragione é colto.

sabato 23 luglio 2016

Del mondo s'usa con ragione

Del mondo s' usa con ragione.

Oltre il rovo
come nascosto
un fior di rosa:
ogni sua spina
par per ferire
l'incauta mano
a lei protesa
e tra me e me
perplesso penso:

"Se sentissimo
dentro nel cuore
il suo rantolo,
-quando reciso
il rosso fiore
sempre racconta
un suo respiro
che cessa lento -
la coglieremmo
senza ragioni?

Resta nascosta
o bella rosa,
siano spine
e foglie verdi
le tue coltrici,
il tuo giaciglio,
da cui profumi
l'a  te d'intorno.
Se ti cogliero'
forse, un giorno,
sará di certo
per un sorriso
da far nascere
ad un'amica,
per celebrare,
per un motivo
serio come te
che lode porti
col tuo esserci
fra il creato.

Chi vive d'amor
tutto rispetta,
e in tutto vede
l'impronta buona
e nel silenzio
a lei si lascia
andare quieto
e questo voglio.

Ti lascio, rosa
per un domani,
in cui tu sarai
su d' un altare,
o rispecchiata
dentro gli sguardi
d'un sorridente
umano viso,
o dalla pianta
vorrai donare
la tua semenza."

Orgoglio e umiltá

Orgoglio e umiltá

Docile nube il vento sospinge:
s'abbandona agli eventi e così
s'ingrossa, scurisce e s'ingravida
di lampi, di tuoni e si fa pioggia.
Si dissolve: resta solo silenzio.
Così l'orgoglioso dapprima quieto
s'inzuppa, ingordo  di fatui fuochi,
si getta su se stesso e lì langue,
credendo di essere il sovrano,
sapiente dell'oggi e del domani,
ma bruca il nulla e si sconforta,
si fa muto: resta solo silenzio.
Docile vela il vento sospinge,
il timone ne orienta l'andare:
salda persegue l'assegnata meta,
conduce la barca sin nel suo porto.
Così l'umile, paziente, attende
all'opra sua, servente tra la gente,
pensando che il suo poco puo' dare
e che poco può fare, ma di cuor lo fa,
scrivendo nel mondo parole nuove,
che conducono  la pace nei cuori.

mercoledì 13 luglio 2016

Tutti sono poeti

Tutti sono poeti

La poesia ha il gusto del paradosso,
dello stupore di un linguaggio ardito:
come un mistico non trova parole
nel linguaggio comune, in tanti scritti.
Si fa con metafore nuove, antiche,
di immagini e di suoni inusuali,
di cadenze inaspettate e soavi,
di tremori , di coraggio e dell’amore.
Non sprizza mai odio, né offesa alcuna,
piega il linguaggio a ciò che non vien colto
da chi la prospettiva non sa mai mutare.
La poesia nasce nel silenzio delle cose,
quando il nostro cuore guarda in se stesso .
Comprende la poesia chi muto sa restare
ed a lei lascia iniziativa, azione.
La poesia muore se vi è solo pensiero
ed anche manca se vi è solo sentire,
perché lei vive sempre del tutto dell’uomo.
Il poeta non è un santo, non ha trono,
non ha orgoglio: resta un semplice uomo.
Attraverso i suoi versi cerca il perdono
per ciò che non ha fatto, per ciò che ha fatto,
perché è umile la vera poesia:
al pari del poeta anela al bello
che sa più grande di ogni immaginare
e quando è alta è come il pregare
che non chiede nulla: si lascia modellare
dal gesto nascosto dell’essere, del fare
e intesse poi con quello i suoi molti versi,
giocando con ritmi e parole posate.
Tutti son poeti - e non sempre lo sanno -
poiché nessun alla bellezza è immune:
cambia l’intensità, con cui il bello fanno!

domenica 10 luglio 2016

Dal treno

Dal treno

Fuggono i campi,
fuggono le case
fuggono le nubi
e fugge il sole.
Tu corri o Treno
e vi è chi dice:
"potessi io pure
come te rendere
fuggevole tutto,
lasciare indietro
mali ed affanni,
e gli anni pure!".
Desiderio vano!

Io non son veloce
al par di Te, però
ho cuore: accetto,
lotto, rido, piango.
Resto immobile
o avanzo lento,
a volte arretro.
Certa la tua meta
il dì e di notte,
mentre timoroso
attendo domani.

Ecco: ho un cuore
che serba le gioie,
langue nel dolore,
urla come tu fai
per aver il passo.
La strada smarrisce
e poi la riprende,
ne soffre stizzito,
colpe attribuisce
a chi ha d'intorno;
si pente, ne piange
e poi con fatica
ad amar s'impegna
il proprio destino.

Tu corri, o Treno
veloce e forte
e senza indugi,
mentre io mi freno,
penso, soppeso,
domando consiglio,
m'impunto, tremo,
poi, infin, sorrido
e cerco di voler
ciò che mi accade.

sabato 9 luglio 2016

In montagna

In montagna

È scesa una goccia,
tra singhiozzi di nubi,
sta or su una foglia
protesa sul burrone:
luccica immobile,
mentre ancora tuona.
Ecco la brezza fresca:
precede la bufera:
giá grigi i ghiacciai,
sinistro il granito.
Lo scroscio improvviso
cancella la montagna:
ciascuno si fa solo
e lo sente nel cuore.
Poi cessa nel silenzio
quel piovere brutale:
v'é nebbia nel burrone
che non è più scrutato
da quella prima goccia.
Resta la finitezza
da vincere nel cuore
che, stranito dai tuoni,
dall'umido e freddo
respiro delle montagne,
palpitante, attende,
nella mobile nebbia,
nuovi raggi di sole.

domenica 3 luglio 2016

In viaggio con te

Viaggio, con te

Ti scrivo in versi,
ogni dì diversi,
perché sbocciar possa
tra di noi un fiore:
un fiore già stato
e poi  rinnovato.
Ti lancio parole
scolpite nel cuore,
immagini dolci
d'abbracci, di baci
già dati, non dati,
momenti rubati
al tempo che scorre.
Ti mando pensieri
messaggi sinceri
di gioia, d'affetto,
carezze di verbi,
e sogno che serbi
nascosti ricordi,
seppur all' angolo,
ma vivo pungolo
per amarti di più.
Ti vedo e sei tu...
in me mi rivolto
mentre ti ascolto:
ancora non smetto
di  restar stupito.
Averti: un mito?
Non so, ma io resto
ancor oggi stupito.