Sul pergolato antico,
sposo alle nubi scure,
il sole che lento muore,
or si fa rosso, lubrico,
e nel mare si immerge.
Ogni cosa si confonde
nel rimestio delle onde:
pur il cuor vi si terge.
L' anima, quas'impotente,
n'é preda, ma non dispera:
in ostaggio alla sera,
la qual - silente - irrompe,
tace e meravigliata
ridonda della sua pace,
ed ivi smorza la brace
ardente della giornata.
Quiete vera é d'intorno:
bassi voli dirondini
sopra i verdi limoni
e, presagio dell'eterno,
tra le nubi, una stella
rapisce ogni guardare.
Si ode il risuonare
di una lontana squilla:
accarezzati dal vento
lá, oltre il cimitero,
ulivi nel cielo nero
sussurreranno il canto
con cui ci culla la notte.
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