domenica 13 novembre 2016

Stranieri

Stranieri

Rimpiangi l'antica porta
che lasciava fuori di te
chi a te era straniero?
T'illudi d'esserti dea,
di stare sola e bene?
Eppure, inquieta, vivi
bolle di solitudini,
silenzi, indifferenza,
sguardi di luce svuotati.
Ora posa la tua spada,
lo scudo getta nel fuoco,
perché anche le tue genti
sono andate straniere
oltre quel tuo mare scuro
che non da pace al porto;
sono andate straniere
oltre i venti potenti
che strappavano le vele
e battevano le coste.
Hai conosciuto ricchezza,
hai conosciuto povertà,
hai conosciuto il riso,
hai conosciuto lacrime
e, quindi, vedi il dolore,
riconosci il bisogno.
Frena la lingua ostile
a quei volti sconosciuti,
perché pur tu mendicasti
lacera, sconfitta, triste
ed hai pianto i tuoi morti,
il tanto sangue versato
nei giorni delle tue guerre.
Lascia le cadute mura
perdersi tra i ricordi,
perché anche il sorriso
straniero è una gioia,
un futuro che tu potrai
vivere e coltivare.
Tu, città in cui ho dato
il tempo a me migliore,
aiutami a far quello
che pur tu  puoi ora fare.

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